Marzo smarzo

E’ passato un anno e siamo ancora qui, porca vacca.

Sembra non essere cambiato assolutamente niente, quando in realtà è cambiato il mondo.

Quindi ecco, ci sono, lavoro da casa tutti i giorni, non esco più, mi dedico alle piante, ai libri e ai miei millemila hobby, però sono estremamente stanca. E se lo sono io, che in tutta questa situazione ne sono uscita abbastanza indenne (tranne una incredibile nostalgia della mia famiglia), non posso neanche immaginare quanto siano stanchi gli altri, che magari non hanno più un lavoro o hanno dovuto chiudere tutto, o anzi magari invece hanno dovuto triplicare i turni, a quelli che hanno perso una persona cara, ai bambini e ai ragazzi che non vanno più a scuola da un anno, agli anziani soli, ai giovani senza prospettive… Cerco di essere più tollerante nei confronti miei e del mondo ma in realtà perdo la calma molto più facilmente, mi mandano in bestia cose stupide come la gente che dopo un anno non sa ancora come cazzo mettere una mascherina (o che se l’abbassa per parlare! Aaaaaaaa!!!), o quelli che aspettano non so bene quale via d’uscita dalla pandemia perchè “no io il vaccino non lo faccio, chissà cosa ci mettono dentro” – è un vaccino porca miseria, dentro c’è una dose di vaccino, cosa dovrebbe esserci in un vaccino, acqua di fogna? Boh davvero, io chiudo le orecchie, chiudo gli occhi, non ascolto più la radio, ho smesso di leggere i giornali, mi chiudo nel mio piccolo cosmo di piante e libri e accendo il cervello solo quando parlo con quelle boh, dieci persone che sento più o meno spesso. Per il resto ho inserito il pilota automatico, sono in modalità autoconservazione ma spero finisca presto perchè non vorrei abituarmici. Odio essere così poco informata e così poco interessata, ma questo bombardamento costante di dati e aggiornamenti e ritorno di situazioni critiche mi sta mandando abbastanza in crisi.

Tra l’altro poi ho raggiunto l’apice del mio momento “sono sempre più intollerante statemi alla larga” una decina di giorni fa, quando un vicino ha installato un allarme anti piccione (cioè, no comment) e poi se ne è andato via di casa, lasciandolo volontariamente suonare a intermittenza, ininterrottamente – giorno e notte – per quattro giorni. La sera del quarto giorno stavo per chiamare i carabinieri per buttargli giù la porta e sfasciargli non solo quel dispositivo demmerda, ma pure la casa, ma invece la via diplomatica intrapresa la mattina ha funzionato e quindi non ho neanche avuto questa piccola gioia. Che bello essere bloccati in casa con un allarme che va costantemente. Secondo me è così che nascono i serial killer.

Spero di riuscire a tornare la persona più o meno equilibrata che ero. Adesso faccio davvero fatica a sentirmi normale.

Cerco di andare avanti con le mie cose e i miei progetti, ho più o meno trovato un equilibrio a lavoro e sto conoscendo alcune persone interessanti, avanzo lentamente con la sciarpa (che ormai vabbè finirò in tempo per il prossimo inverno), sto leggendo libri un po’ diversi dal solito (Liberati della brava bambina e Flatlandia, stranissimo ma alla fine mi è piaciuto – ora ho cominciato I cinque libri di Rodari), le piante stanno uscendo dal letargo e ho cominciato un nuovo corso di yoga (ecco forse se ho ancora un briciolo di sanità mentale è grazie alla mia mezz’ora di yoga quotidiana). Ah, e gioco spesso ai videogiochi (ora mi sono lanciata in Valheim e il mio nome vichingo è KAKKOLA). Vado avanti, anche se ho la sensazione di girare in tondo da un anno, e lo so che è così per tutti ma cavolo che pesantezza.

Vabbè basta mi sono rotta le scatole da sola. Sfogarsi ogni tanto è salutare, a portarsi tutto dentro poi ci si appesantisce lo spirito. Ci sarà sempre qualcuno che sta peggio di me e non voglio certo farne una tragedia, ma non è una gara a chi sta peggio e anche io ho il diritto di essere stanca, la mia stanchezza non esclude quella degli altri, anzi forse riesco a comprenderla meglio (ma ora basta davvero).

Ecco, adesso che mi sono un po’ snebbiata la mente riesco a vedere meglio anche le piccole cose belle di questo ultimo periodo.

Tipo il libro che mi ha spedito la Morgana a metà febbraio e che ho trovato senza preavviso nella buca delle lettere. Sono scoppiata in lacrime quando l’ho visto, la busta era piena di adesivi e c’era un messaggio dolcissimo 🙂

O il fantastico infuso al cioccolato e caramello, che se chiudo gli occhi mi sembra davvero di mangiare cioccolato (e invece no sto bevendo acqua, ah ah ho fregato il mio corpo – no porca vacca, adesso ho voglia di cioccolata).

Le telefonate a casa e le risate del sabato sera, quando giochiamo tutti insieme a Don’t Starve Together o a Human Fall Flat (io faccio davvero schifo a questo gioco, ma ogni volta muoio dal ridere).

I fiorellini in terrazza che in un mese sono diventati belli cicciotti, oh beh e anche tutte le nuove piante arrivate nell’ultimo periodo (tre, per la precisione… ma se mi gira domani vado a prenderne un’altra). A proposito di piante, adesso sono anche una orgogliosa mamma di due alberi in Tanzania e Kenya, grazie amore, grazie Treedom 🙂

Ho fatto scoprire alla mamma l’universo dei podcast e lei mi ha fatto scoprire Alessandro Barbero, adesso è ancora più bello fare i mestieri in casa (continuo anche ad ascoltare il mio adorato Lucarelli, è che stavo cominciando a sognarmi di notte i crimini più violenti).

Iris e Mishel sono i migliori compagni di avventura che mi potessero capitare, li amo immensamente e sono davvero due creature straordinarie.

Ora vado a praticare yoga e a farmi la mia dose di magnesio.

Che bella la luce alle sette di sera <3

Mi sono dimenticata di sistemare il casino delle foto e non ho voglia di pensarci adesso, quindi la foto dei fiorellini e di Iris sarà per la prossima volta.

Vi abbraccio, dai speriamo di essere ormai vicini alla fine di questo periodo demmerda.

Claudia

Autore: Caccola BonBon

Caccola, per gli amici Claudia, 29 anni, studentessa scongelata e sfornata nel cuore e per sempre.

7 pensieri riguardo “Marzo smarzo”

  1. Un grande abbraccio . . . e un’aggiunta all’elenco “quanto siano stanchi gli altri” le povere casalinghe in età di pensione (se mai le casalinghe andassero in pensione) che si ritrovano a fare le badanti al NonnoPapà (90 anni) e la “sorvegliante” al nipote in DaD (l’ho sgamato che, a telecamere spente, giocava mentre la prof spiegava). Insomma, da sostenitrice della DaD o Ddi (per paura del contagio) sto diventando fan del riaprire le scuole (a ognuno il suo mestiere, non per delegare)! 😉
    È sempre un piacere leggerti (avevo scritto “vederti”. Sono tanto stordita o considero troppo questo monitor la mia finestra sul mondo? lavoro per psichiatri)
    Ciao, Fior

    1. Ecco aggiungiamo anche loro alla lista! 🙂 comunque ti capisco, anche io spesso saluto al telefono con “ci vediamo presto!”.. eh, magari… però dai io sono ritornata su questi schermi, quindi ci poteva anche stare 😀 un abbraccio anche a te!

  2. A me direi che ha salvato l’asocialità, non uscivo neanche prima della pandemia quindi adesso ho solo qualche vago rimpianto di non poter fare due passi quelle volte che mi va di farli. Considera pure che non sento e posso parlare con qualcuno solo se si cala la mascherina (così tu ci ammazzi), e mica lo capiscono tutti, quindi anche solo fare la spesa per me è una rottura. Rifiuto pure di uscire col mio amichetto perché tanto all’aperto non ci posso parlare e mi si appannano pure gli occhiali, oltre ad andare in ipossia in 3 minuti. Insomma, non mi sento particolarmente insofferente tranne che alle mascherine, ma sì, una boccatina d’aria mi piacerebbe! Appena cambiamo colore spero di poter fare un salto al mare! Un abbraccio anche a te

    1. Ciao! Il nervoso me lo fanno venire tutte le persone che se la mettono solo sul mento per pigrizia, naturalmente so bene che ci sono circostanze per le quali la mascherina costituisce purtroppo anche un grosso problema!
      Io ho due colleghe sorde, riescono a parlare leggendo il labiale ma naturalmente con le mascherine è impossibile… Calarsi la mascherina a volte è davvero l’unico modo per capirsi, è che allo stesso tempo non voglio mettere in pericolo l’altra persona (e viceversa), quindi o ci allontaniamo di svariati metri o finiamo per dirci solo ciao. E mi dispiace tantissimo perchè non immagino neanche il senso di isolamento e frustrazione che si deve provare…
      E gli occhiali sono un altro bell’incubo!
      Avevo chiesto in ufficio se ci fossero delle mascherine trasparenti, ma mi avevano detto che non ne esistono ancora di certificate… Speriamo di potercele togliere presto!! E salutami il mare quando lo vedi! 🙂

  3. ah! barbero l’ho consigliato io a tua mamma! molto orgogliosa di questo fatto. cmq io sto presa uguale, anzi non ho nemmeno dieci persone con le quali mi sento, e non gioco ai videogiochi. adesso sto tornando a lavorare fuori casa e sento già lo shock dopo tre mesi di lockdown invernale.

    1. Ahhh ma eri tu?? 😀 ahah Barbero è la scoperta del 2021, ti ringrazio davvero!! 😀
      Cavoli tre mesi di lockdown sono tosti, per me sarebbe faticoso anche solo vestirmi per uscire di casa! Immagino che soprattutto all’inizio sia proprio disorientante..

      (Comunque dieci persone contandole proprio tutte tutte, se devo guardare quelle che sento tutti i giorni.. allora sono tre 😂)

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